martedì 15 settembre 2009

Le verdure di stagione


Cari lettori questo spot si aggiornerà periodicamente in base a quale prodotto bisogna piantare nella fase dell’anno corrente. In verità io v’indicherò il periodo quando bisogna trapiantare le piantine nell’orto quindi non utilizzando i semi. Ovviamente questo spot serve per i piccoli agricoltori che non dispongono di una serra. Dall’inizio di settembre le principali verdure da piantare sono la scalora e i cavolfiori mentre si può ancora piantare il finocchio, radicchio, verza, cavolo rosso e porri anche se sarebbe meglio piantarli nei primi giorni di settembre. Questi poi sono tutti ortaggi che andranno raccolti in inverno. Intanto si continua a raccogliere la verdura estiva come fagiolini, melanzane, pomodori , peperoni insalata e varie erbe aromatiche come rosmarino e salvia. Tra i lavori che bisogna fare a meta settembre c’è la vangatura del terreno vuoto e l’ estirpare le verdure che hanno finito il proprio ciclo produttivo come le zucchine o i pomodori precoci per fare posto alle coltivazioni invernali.

Realizazzione di un orto



Un orto è un appezzamento di terra dal quale, a seguito di lavorazione, si ricavano frutta, verdura, fiori e vegetali. Per aumentare la resa dello spazio è bene coltivare verticalmente per quanto possibile, sfruttando o creando muri e recinzioni esposti al sole per far crescere le specie rampicanti tipo fagioli, piselli, fagiolini, zucche, ecc. che necessitano di sostegni nella fase della crescita, altre invece, richiedono un sostegno in sola fase di maturazione dei frutti come i peperoni, altre ancora non necessitano di alcun sostegno come insalate, asparagi, carciofi, cavoli, ecc.
Per sfruttare al meglio le sostanze nutritive presenti nel terreno è bene effettuare la cosiddetta rotazione o avvicendamento delle colture, infatti alternando le colture che tendono a sfruttare al massimo il terreno (ortaggi da bulbo, tubero o radice) con colture che rilasciano al terreno sostanze che lo arricchiscono aumentandone la fertilità (es. pomodori, leguminose) o che lo fanno riposare (es. cavoli), si otterrà il massimo rendimento senza impoverire il terreno. Da ricordare che ogni anno la posizione delle verdure vanno cambiate.
Dove realizzare l'orto
Per prima cosa dovrete individuare nel vostro giardino una zona ben esposta al sole nel periodo primaverile – estivo e durante l’ inverno al riparo da vento e soprattutto gelate, considerando che la produzione invernale è comunque scarsa un orto ben esposto al sole è fondamentale. Lo spazio necessario per l’ orto dipende da quanto vorrete sottrarne al resto del giardino e dalle vostre esigenze, con 40 mq di terreno la produzione estiva dell’orto soddisferà tranquillamente le esigenze di 4 persone. Se nel giardino vivono animali domestici è consigliabile recintare la zona adibita ad orto con dei paletti in ferro distanti 1,5 m tra loro ed una rete metallica, lasciare un passaggio sufficientemente largo da permettere il transito con attrezzi, cariola e motozzappa, all'interno rendere disponibile un rubinetto per facilitare l'irrigazione dell'orto evitando di essere costretti a prendere l'acqua da zone lontane del giardino.
Quando coltivare l'orto
In ogni periodo dell’anno il vostro orto può essere produttivo, l’estate in particolare avrete a disposizione melanzane, zucchine, pomodori e peperoni in abbondanza, mentre l’inverno cavoli e broccoli ma in quantità minore a meno che non ripariate l’orto dal freddo. Per prima cosa dovete ogni anno preparare l’orto con concimi (se volete una cosa più sana e biologica è preferibile usare materia organica). Questi vanno sparsi lungo la superficie e successivamente vangati. La preparazione dell'orto ha costi contenuti, potete acquistare piantine degli ortaggi di stagione pronte da interrare a meno di 0,20 € l'una o se preferite in commercio sono disponibili bustine di semi che però dovrete preventivamente seminare in piccoli vasi per poi interrarle nel giusto periodo.
Attrezzi
L’attrezzatura adatta vi faciliterà tutte le operazioni nell’orto, la cosa di cui non potete fare a meno è un motozappa per rigirare e sminuzzare il terreno in breve tempo e con poca fatica, inoltre gli attrezzi comuni da giardino: zappa, vanga, rastrello.

domenica 13 settembre 2009

L'agricoltura biologica



L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera ed esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati.
Definizione
La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nel livello di energia ausiliaria introdotto nell'agrosistema: nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di energia ausiliaria proveniente da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica.
Una dicitura sintetica più appropriata avrebbe forse potuto essere una di quelle adottate in altre lingue, agricoltura organica oppure agricoltura ecologica, in quanto mettono in evidenza i principali aspetti distintivi dell'agricoltura biologica, ovvero la conservazione della sostanza organica del terreno o l'intenzione originaria di trovare una forma di agricoltura a basso impatto ambientale.
Teoria
La filosofia dietro a questo diverso modo di coltivare le piante e allevare gli animali non è unicamente legata all'intenzione di offrire prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi chimici di sintesi, ma anche (se non di più) alla fondata volontà di non determinare nell'ambiente esternalità negative, cioè impatti negativi sull'ambiente a livello di inquinamento di acque, terreni e aria.
Nella pratica biologica sono centrali soprattutto gli aspetti agronomici: la fertilità del terreno viene salvaguardata mediante l'utilizzo di fertilizzanti organici, la pratica delle rotazioni colturali e lavorazioni attente al mantenimento (o, possibilmente, al miglioramento) della struttura del suolo e della percentuale di sostanza organica; la lotta alle avversità delle piante è consentita solamente con preparati vegetali, minerali e animali che non siano di sintesi chimica (tranne alcuni prodotti considerati "tradizionali") e privilegiando la lotta biologica, tranne nei casi di lotta obbligatoria in cui devono essere usati i più efficaci principi attivi disponibili.
Gli animali vengono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere e nutriti con prodotti vegetali ottenuti secondo i principi dell'agricoltura biologica. Sono evitate tecniche di forzatura della crescita e sono proibiti alcuni metodi industriali di gestione dell'allevamento, mentre per la cure delle eventuali malattie si utilizzano rimedi omeopatici e fitoterapici limitando i medicinali allopatici ai casi previsti dai regolamenti.
Qualità
Gli alimenti biologici si sono dimostrati privi di residui da fitofarmaci nelle analisi condotte da Legambiente nell'ambito dello studio Pesticidi nel piatto 2007. Inoltre uno studio del 2005 ha dimostrato che le tracce di agrofarmaci contenuti nelle urine dei bambini scompaiono dopo pochi giorni di alimentazione biologica.
Alcune ricerche recenti hanno riportato per taluni prodotti biologici un contenuto più elevato di antiossidanti e nutrienti. In generale però, secondo una analisi del corpus delle conoscenze attualmente disponibili, svolta dall'Agenzia Francese per la Sicurezza Alimentare nel 2003, non è possibile concludere che esistano differenze rimarcabili in quanto ad apporti nutrizionali tra prodotti convenzionali e biologici.
In ogni caso alcuni studi hanno mostrato che pesche, mele e kiwi biologici hanno consistenza maggiore, e contengono una maggiore quantità di sostanze nutritive e antiossidanti quali zuccheri naturali, vitamina C, beta-carotene e polifenoli, concordando con ricerche precedenti, come quella dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, che nel 2002 ha rilevato una superiorità nutritiva di pesche, pere, susine e arance biologiche rispetto alla controparte convenzionale. I pomodori studiati a Davis indicano che la qualità del terreno sia un fattore chiave, ma non sembra essere il solo: per esempio la polpa dei frutti bio contiene meno acqua, e presenta dunque una concentrazione di nutrienti più elevata; un altro fattore è legato alle varietà scelte per la coltivazione biologica che sono spesso più pregiate. L'ipotesi più accreditata per spiegare questi dati è che le piante bio, non essendo aiutate dalla chimica a crescere e a difendersi, siano costrette a produrre da sole molte più sostanze protettive che hanno un effetto contro insetti, funghi e batteri.
Nella prassi quotidiana, tali differenze qualitative presenti fra prodotti biologici e tradizionali tendono però ad appiattirsi a causa delle richieste dell'industria di trasformazione e distribuzione che richiede omogeneità e qualità uniformi per tutte le tipologie di prodotto. Per ovviare a ciò sono state sviluppate apposite filiere corte.
Critiche
L'agricoltura biologica, soprattutto se vista come modello di sviluppo globale (soprattutto da alcuni movimenti come Slow Food o attivisti come Vandana Shiva), è stata al centro di dibattiti e critiche. In particolare sono due le principali obiezioni sollevate: la sua non sostenibilità su larga scala e la scarsa scientificità di talune sue pratiche legate all'assioma naturale=buono.

Organismi di controllo
Gli organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole sono enti privati a cui la legge assegna il compito di verificare il rispetto dei regolamenti attuativi da parte delle aziende biologiche e concedere il proprio marchio da apporre alle etichette dei prodotti venduti dall’azienda associata. Tali organismi dovrebbero rispettare il principio di ‘’terzietà’’ non intrattenendo altri rapporti commerciali o di consulenza con le aziende certificate; le Regioni e le Province a statuto speciale sono preposte al controllo di questo aspetto. Gli organismi di controllo effettuano ispezioni presso le aziende associate con cadenza almeno annuale. L’ispezione consiste in un sopralluogo di un incaricato dell’organismo certificatore che controlla il rispetto delle normative, la tenuta dei registri e, se necessario, in presenza di sospette violazioni, preleva campioni da fare analizzare in laboratorio presso l’ARPAT o presso un laboratorio accreditato dal SINAL (Sistema Nazionale per l’Accreditamento di Laboratori ).

L'irrigazione a goccia


L'irrigazione a goccia o "irrigazione localizzata" è un metodo di irrigazione che somministra lentamente acqua alle piante, sia depositando l'acqua sulla superficie del terreno contigua alla pianta o direttamente alla zona della radice. Questo avviene attraverso un sistema a rete che comprende: valvole, condotte e vari tipi di microsprayer e/o gocciolatori. L'obiettivo è quello di minimizzare l'utilizzo dell'acqua. L'irrigazione a goccia può impiegare sia degli micro spruzzatori, con i quali si emettono dei getti di acqua sottili che bagnano una piccola area di suolo nelle vicinanze della pianta, o anche gocciolatori. L'irrigazione a goccia viene generalmente utilizzata nelle coltivazioni arboree ma si sta rapidamente diffondendo anche nelle colture ortive o industriali (pomodoro da industria). L'irrigazione a goccia superficiale utilizza, per distribuire l'acqua nella superficie di terreno accanto alle piante, delle ali gocciolanti, tubi nei quali sono inseriti microspray o gocciolatori, che possono essere rigide nel caso debbano durare più anni e pertanto destinate alle colture arboree, o flosce più comuni per le colture annuali. Un sistema molto avanzato d'irrigazione a goccia, ancora poco diffuso in Italia, prevede l'interramento delle ali gocciolanti in modo che i gocciolatori si possano trovare a diretto contatto con l'apparato radicale e nello stesso tempo evitare l'intralcio dei tubi, che altrimenti sarebbero posti superficialmente, alle operazioni colturali.

L'irrigazione a goccia si sta diffondendo molto velocemente sia nelle aree dove la risorsa idrica è limitata perché consente di risparmiare acqua, sia in altre zone per l'impiego di minore manodopera per le operazioni d'irrigazione e perché con essa è possibile conseguire migliori risultati produttivi.

Componenti e funzionamento

I principali componenti degli impianti d'irrigazione a goccia sono: una fonte irrigua (generalmente un pozzo o un canale), una pompa che permettere di spingere l'acqua dalla fonte fino alla coltura da irrigare; una condotta di adduzione che porta l'acqua dalla fonte al campo che deve essere irrigato; un gruppo di regolazione e filtraggio che serve ad aprire chiudere l'impianto e prevenire le occlusioni dei gocciolatori; un tubo di testata che scorre lungo la testata dei campi ed infine le ali gocciolanti, sulle quali sono inseriti i gocciolatori, che trasportano l'acqua nelle immediate vicinanze delle piante.

I sistemi di irrigazione a goccia possono essere azionati manualmente oppure da sistemi automatici che implicano un dosatore con valvole a controllo elettronico o idraulico.

I grossi impianti d'irrigazione a goccia impiegano opportune tipologie di filtro per prevenire l'intasamento dei gocciolatori. Attualmente esistono nuove tecnologie che minimizzano l'occlusione. Molti gocciolatori in commercio ad uso agricolo hanno al loro interno un micro sistema di filtraggio ma questo non esclude automaticamente la necessità di filtraggio dell'acqua con un apposito gruppo di filtraggio posto a monte del tubo di testata.

Alcuni sistemi residenziali vengono installati senza filtri addizionali dal momento che l'acqua potabile arriva già filtrata dagli impianti di trattamento dell'acqua. La necessità o meno di effettuare la filtrazione dell'acqua negli impianti a goccia comunque dipende dalla quantità e qualità di particelle sospese nell'acqua d'irrigazione. Tale parametro può essere conosciuto facendo eseguire specifiche analisi di laboratorio sull'acqua irrigua.

Per una descrizione dettagliata degli impianti d'irrigazione a goccia si può scaricare la seguente documentazione http://www.irri.it/docs/irrigazioneagoccia.pdf

Vantaggi

Se appropriatamente progettati, installati, e gestiti, i sistemi di irrigazione a goccia possono aiutare ad ottenere un buon risparmio dell'acqua riducendo l'evapotraspirazione ed il drenaggio in profondità dal momento che l'acqua può essere somministrata con maggiore precisione alle radici delle piante rispetto a pioggia o a scorrimento. Comunque vi è stato un certo numero di sistemi male disegnati e peggio gestiti che sono stati dei costosi e spesso colossali fallimenti. Tuttavia un impianto ben progettato e una tecnica irrigua adeguata in grado di massimizzare tutte le potenzialità dell'irrigazione a goccia è in grado di esplicare notevoli vantaggi:

  1. maggiore l'uniformità di distribuzione dell'acqua, contenendo gli sprechi,
  2. maggiore facilità operativa,
  3. migliore predisposizione all'automazione degli impianti
  4. possibilità di esplicare la massima potenzialità della distribuzione dei concimi nell'acqua d'irrigazione (fertirrigazione)
  5. risparmio energetico
  6. minore compattamento del terreno
  7. possibilità di veicolare alcuni particolari tipi di fitofarmaci nell'acqua irrigua evitando che questi vengono in contatto con le piante o si disperdano nell'aria.
  8. possibilità di applicare dosi piccole di acqua molto frequentemente andando in contro maggiormente alle esigenze delle piante.

In quelle regioni dove le forniture d'acqua sono fortemente limitate, possono non esservi risparmi consistenti, ma piuttosto un aumento della produzione a parità di utilizzo delle stesse quantità d'acqua. Comunque anche in questo caso si conseguirà un maggiore rendimento di utilizzazione dell'acqua (quintali di produzione agricola/metri cubi di acqua consumati) rispetto alla distribuzione a pioggia e ancor maggiore rispetto a quella per infiltrazione da solchi o a scorrimento.

In regioni molto aride oppure nei suoli sabbiosi, con l'irrigazione a goccia si possono distribuire dosi molto basse di acqua frequentemente, conseguendo dei buoni risparmi idrici.

L'irrigazione a goccia viene utilizzata da aziende agricole, vivai commerciali, e nei giardini delle residenze urbane.

I kit completi d'irrigazione commerciale per giardini domestici stanno diventando sempre più popolari ed economici e consistono spesso di un timer, un tubo dell'acqua e da vari tipi di emitter (in Italiano "gocciolatori").